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Artrosi del ginocchio: cosa sapere

La gonartrosi, ovvero l’artrosi del ginocchio, è una patologia cronica che si sviluppa a livello articolare e presenta lesioni degenerative a carico della cartilagine articolare che provocano progressivamente dolore, difficoltà nei movimenti e, in casi più severi, deformazione dell’articolazione stessa.

La malattia inizia con un’infiammazione all’articolazione (artrite) che va ad assottigliare sempre di più gli strati di cartilagine articolare.
Il risultato è che, con il passare del tempo, a causa del processo degenerativo, le ossa del ginocchio coinvolte nel movimento, prive di qualunque strato di cartilagine, finiscono per sfregare l’una contro l’altra. Questa artrite degenerativa al ginocchio porta a un significativo peggioramento della qualità della vita.

In base alla gravità della degenerazione articolare, si possono utilizzare diverse soluzioni per rallentare la progressione dell’artrosi di ginocchio. Tra queste si annoverano terapie conservative che prevedono l’assunzione di farmaci antinfiammatori associati a fisioterapia e terapie chirurgiche nelle fasi più avanzate.

La protesi al ginocchio può essere in molti casi la soluzione per curare la gonartrosi e per trovare sollievo per disturbi costanti che spesso rendono difficili anche piccoli gesti quotidiani. Ne abbiamo parlato con il Dott. Francesco Chiazzola, specialista in Ortopedia della Clinica Fabia Mater.

Protesi al ginocchio: quando operare?

La protesi al ginocchio viene impiantata quando l’articolazione, che unisce femore e tibia, si danneggia in modo irrimediabile. Con la sua applicazione, si mira a ripristinare una certa mobilità articolare e ad alleviare la sensazione dolorosa, che caratterizza le lesioni gravi del ginocchio.

“La protesi rappresenta una soluzione che garantisce la diminuzione del dolore articolare e risolve anche problemi che possono limitare i movimenti” spiega il dottor Chiazzola.

È una patologia abbastanza comune, colpisce soprattutto persone con più di 60 anni d’età. In alcuni casi, sebbene abbastanza rari, può interessare anche soggetti di età inferiore ai 60 anni.

Nei casi peggiori, è possibile che il dolore non venga avvertito solo durante il movimento ma anche a riposo, ed è in questi casi che i farmaci e gli antidolorifici non sono più sufficienti per alleviare dolore e fastidi. L’unico modo per poter ritrovare sollievo e bloccare il dolore costante è l’intervento di protesi. È la soluzione definitiva e consente di riprendere a svolgere le normali attività quotidiane ed evitare che l’arto si deformi completamente a causa della malattia”.

Diagnosi e indicazioni sulla protesi al ginocchio

“Alla base della decisione di voler impiantare una protesi al ginocchio attraverso un intervento chirurgico, ci dev’essere sempre un’accurata diagnosi dello specialista” sottolinea l’esperto.

L’esame del paziente prevede una serie di esami diagnostici che possano risaltare i dettagli del problema. In questo modo viene guidato il paziente a una valutazione consapevole dell’intervento, dei tempi di recupero e dei rischi correlati.

La diagnosi, inoltre, permette anche allo specialista di valutare insieme al paziente tutti i tipi di protesi esistenti e qual è il momento giusto per poter intervenire con la protesi di ginocchio.

Le modalità di intervento

L’intervento di protesi al ginocchio non è uno; ci sono diversi tipi di operazioni che possono essere anche molto diversi tra loro. Per scegliere la procedura più adatta è necessario valutare le condizioni del paziente e lo stato della malattia dell’articolazione.

“Il primo tipo di intervento è quello di protesi totale. Si usa quando sia femore che tibia sono talmente danneggiati da non poter essere recuperati. Durante questa fase il chirurgo dovrà sostituire le parti danneggiate con le protesi metalliche e utilizzare la resina per riempire invece la cartilagine usurata.

Con questa operazione si potrà riavere un ginocchio integro e funzionante in tutte le sue parti – spiega lo specialista.
Un secondo tipo è la protesi parziale. Si ricorre all’operazione di protesi al ginocchio parziale o monocompartimentale quando viene sostituita solo la parte usurata del ginocchio, senza toccare cartilagine o legamenti crociati. È l’operazione meno invasiva di tutte e permette un recupero più veloce dopo l’intervento.

L’ultimo tipo di operazione di protesi al ginocchio è la revisione protesi ginocchio. In questo caso l’intervento viene effettuato su un paziente con un’altra protesi che era già stata precedentemente impiantata. Si usano questi interventi nei casi in cui la protesi precedente non sia più adatta, sia stata rigettata dall’organismo o abbia fallito per diverse cause.

Recupero e riabilitazione post-operatoria

“Dopo un intervento di protesi al ginocchio è difficile stabilire dei tempi di recupero standard per ogni paziente. Questo perché il recupero post-operatorio, dipende sempre da variabili che riguardano i pazienti, come l’età, le condizioni fisiche generali e la salute di ogni singolo caso.

Se dopo l’intervento non dovessero sorgere complicazioni, il paziente può essere dimesso anche dopo pochi giorni” prosegue il Dottor Chiazzola.

Dopo le dimissioni, è necessario seguire un percorso di riabilitazione post-operatoria sia per potersi abituare alla protesi che per poter ritornare a svolgere qualsiasi normale attività quotidiana.

Una volta rientrati a casa dopo l’intervento, bisogna fare attenzione a non sforzare il ginocchio con la protesi, in modo da dare il tempo al corpo di abituarsi alla nuova condizione.

Il percorso di riabilitazione consigliato prevede esercizi di mobilità e fisioterapia. Personalizzare la riabilitazione è importante per permettere ad ogni paziente di alleviare il dolore post operazione, avere un recupero più veloce e poter utilizzare normalmente l’arto.

 


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