Articolo del 07/03/2023

Anca e ginocchio sono le articolazioni che rivestono un ruolo di grande importanza nel nostro corpo, poiché svolgono funzioni essenziali per il sostegno e la mobilità. Il loro corretto funzionamento è cruciale per il benessere fisico e mentale delle persone. Tuttavia, è comune sperimentare dolore al fianco o al ginocchio, e la gravità dei sintomi può richiedere trattamenti diversificati, fino alla possibilità di sostituire l’articolazione con una protesi in casi più seri. Oggi, a differenza del passato, l’intervento chirurgico di sostituzione articolare non suscita più timori, poiché oltre a eliminare il dolore, consente di ristabilire la forma fisica e di riprendere le normali attività quotidiane, comprese quelle sportive. Ma come è possibile ottenere tali risultati? Per rispondere a questa domanda, abbiamo l’opportunità di approfondire l’argomento con il Dott. Marco Villa, un ortopedico esperto in chirurgia protesica dell’anca e del ginocchio presso la Clinica Fabia Mater.

Che cos’è un’articolazione?

Un’articolazione è una struttura anatomica presente nel corpo umano e in molti altri organismi vertebrati che consente il movimento tra due o più ossa o parti rigide del corpo. Sono fondamentali per consentire la flessibilità e la mobilità del corpo, consentendo di eseguire una vasta gamma di movimenti, come piegare, estendere, ruotare o piegarsi.

Cause del dolore alle articolazioni

L’artrosi è una delle patologie più comuni che colpiscono le articolazioni dell’anca e del ginocchio. L’artrosi è una malattia degenerativa delle articolazioni che coinvolge la graduale rottura e perdita della cartilagine articolare, il tessuto che riveste le estremità delle ossa che si trovano all’interno di un’articolazione. Quando la cartilagine si deteriora, può causare dolore, rigidità e limitare la mobilità dell’articolazione.

Come riconoscere un disturbo al ginocchio o all’anca?

Il dolore è spesso il sintomo più evidente e può manifestarsi durante attività di vita quotidiana come camminare, alzarsi da una sedia o anche semplicemente muovere l’articolazione colpita. Questo dolore di solito migliora con il riposo, ma può tornare quando si riprende l’attività.

Quando è necessario rivolgersi ad uno specialista ortopedico?

Quando si verificano i primi sintomi di dolore alle articolazioni, la consulenza di un ortopedico è fondamentale.

La diagnosi dell’artrosi solitamente coinvolge una combinazione di esami clinici, valutazioni dei sintomi del paziente, radiografie e talvolta altre immagini diagnostiche come la risonanza magnetica. Le radiografie possono aiutare a visualizzare il grado di danneggiamento dell’articolazione e la perdita di spazio articolare, che sono caratteristici dell’artrosi. Il trattamento conservativo è spesso il primo passo nella gestione dell’artrosi.

Intervento chirurgico

Quando le terapie conservatrici non producono risultati soddisfacenti, è opportuno valutare l’opzione dei trattamenti chirurgici. Attualmente, grazie all’utilizzo di moderne tecniche chirurgiche poco invasive e alla collaborazione di un team di specialisti provenienti da diverse discipline, i pazienti possono riprendere rapidamente le loro normali attività quotidiane e sportive.

Protesi al ginocchio e all’anca, come vengono eseguiti questi interventi?

In passato, l’uso di protesi d’anca e di ginocchio era principalmente limitato ai pazienti anziani, ma oggi queste protesi sono considerate adatte a una gamma di età più ampia, compresi pazienti molto giovani.

È quindi essenziale consultare un ortopedico che sia in grado di valutare attentamente le specifiche condizioni di ciascun paziente e di formulare la migliore proposta terapeutica e chirurgica in base a esse. Questo approccio personalizzato comprende anche la pianificazione di un percorso post-operatorio mirato alle esigenze individuali di ciascun paziente.

I tempi di recupero

Tanto per l’anca quanto per il ginocchio, il processo di recupero post-operatorio è gestito attraverso un approccio multidisciplinare mirato a ridurre al minimo l’impatto dell’intervento chirurgico e a abbreviare la durata della permanenza in ospedale. Questo approccio è noto come Fast-Track ed è particolarmente efficace nella chirurgia mininvasiva dell’anca e del ginocchio, poiché mira a consentire ai pazienti un ritorno rapido a casa e alla vita quotidiana.

La riabilitazione inizia poche ore dopo l’intervento, con la mobilizzazione passiva e il reinizio della deambulazione assistita da due stampelle. Questo programma riabilitativo prosegue in modo intensivo nei giorni successivi, consentendo al paziente di diventare autonomo nelle attività essenziali come la cura personale, la camminata e la capacità di salire e scendere le scale.

Solitamente, entro 3 o 4 giorni, a seconda dello stato di salute e del raggiungimento degli obiettivi prefissati, il paziente viene dimesso dall’ospedale per continuare il percorso di riabilitazione in ambiente domiciliare o ambulatoriale.

Dopo quanto è possibile riprendere la propria routine?

Il periodo di recupero varia da persona a persona, ma in genere, dopo 15-20 giorni dall’intervento, è possibile smettere di utilizzare le stampelle, specialmente in un ambiente familiare come la propria casa. Durante questo periodo, è anche possibile riprendere gradualmente alcune attività della vita quotidiana, come la guida dell’auto. La ripresa del lavoro può anch’essa seguire questi tempi, a condizione che il lavoro non comporti sollecitazioni o sforzi eccessivi che potrebbero compromettere il recupero.

Tuttavia, è fondamentale seguire le indicazioni del medico e del fisioterapista per garantire un recupero sicuro e ottimale. La velocità di ripresa delle attività dipenderà anche dalla specifica situazione clinica del paziente e dalla natura dell’intervento chirurgico.

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