Articolo del 16/05/2023

Ancora oggi, le malattie cardiovascolari rimangono la causa principale di decessi nel nostro paese, causando il 44% di tutte le morti, una percentuale superiore rispetto alla media europea. Si tratta di condizioni di salute il cui tasso di insorgenza e gravità può essere notevolmente diminuito attraverso una corretta informazione e una solida azione preventiva.

è di vitale importanza conoscere il proprio rischio cardiovascolare e, su consiglio del medico, intraprendere un piano di esami diagnostici e terapie appropriate. Come illustrato dalla Dott.ssa Vella, cardiologa presso la clinica Fabia Mater, la prevenzione è fondamentale, considerando che la maggior parte degli eventi cardiovascolari può essere evitata attraverso un efficace programma di prevenzione.

Il rischio cardiovascolare

La Dott.ssa spiega che il “rischio cardiovascolare” si riferisce alla probabilità che una persona sviluppi malattie cardiovascolari, come l’infarto, l’ictus, l’ipertensione e altre condizioni che coinvolgono il sistema cardiaco e circolatorio. La visita cardiologica svolge un ruolo cruciale nel valutare questo rischio e nel definire gli esami più adatti da eseguire e la loro frequenza.

La Società Europea di Cardiologia ha sviluppato un sistema che suddivide i pazienti in quattro categorie di rischio: basso, medio, alto e molto alto. Le linee guida più recenti della Società Americana, in sostanza, confermano queste stesse raccomandazioni. In generale, si consiglia di rivalutare la stima del rischio ogni 5 anni e prima, se sono presenti determinate condizioni.

Fattori di rischio

Le malattie cardiovascolari possono essere suddivise in fattori di rischio modificabili e non modificabili. Tra i fattori non modificabili rientrano la familiarità (presenza di parenti stretti con problemi cardiaci precoci), l’età (il rischio aumenta con l’invecchiamento) e il sesso (gli uomini sono più suscettibili delle donne).

I fattori modificabili sono particolarmente interessanti poiché possono essere identificati facilmente e affrontati relativamente facilmente. Uno dei più diffusi e significativi è l’ipertensione arteriosa. La “pressione alta” può essere prevenuta adottando una dieta appropriata (limitando l’apporto di sodio), mantenendo uno stile di vita attivo (con almeno 30 minuti di attività fisica tre volte alla settimana) e perdendo peso (poiché la pressione arteriosa tende a diminuire con la perdita di peso corporeo). Lo stesso principio si applica ad altri fattori di rischio modificabili, come alti livelli di colesterolo e glicemia, sovrappeso, stile di vita sedentario e stress.

È importante notare che la modifica dello stile di vita può avere un effetto benefico, anche significativo, su questi fattori di rischio. Tuttavia, quando raggiungono un livello critico (che varia da individuo a individuo), può essere necessaria una terapia farmacologica specifica.

Il fumo, d’altro canto, è un fattore di rischio altamente modificabile ed è uno dei più dannosi. Rappresenta una delle influenze più negative sulla salute cardiovascolare.

Quali sono gli esami e trattamenti?


Essere classificati come a “alto rischio” consente di ricevere un programma di esami e trattamenti adatti. Ad esempio, i pazienti considerati a “basso rischio” riceveranno semplici consigli per adottare uno stile di vita sano, incentrato sull’esercizio fisico e sull’alimentazione corretta.

I pazienti a rischio elevato, cioè coloro che presentano condizioni predisponenti alle malattie cardiovascolari, oltre a seguire i consigli per modificare lo stile di vita, devono iniziare un trattamento farmacologico mirato a ridurre questi fattori di rischio. Questo può comprendere l’uso di farmaci per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, per ridurre la pressione arteriosa o per gestire il diabete mellito, a seconda delle necessità specifiche di ciascun paziente.

La probabilità che i pazienti a rischio elevato abbiano già sviluppato una malattia coronarica è significativamente elevata, talvolta con sintomi che possono essere asintomatici. Pertanto, è importante sottoporsi a test diagnostici più approfonditi, quali:

Gli esami diagnostici


Le indicazioni per la frequenza delle visite mediche non si basano principalmente sull’età, ma piuttosto sul livello di rischio individuale. Pertanto, è ancora più cruciale consultare il proprio medico di base o un cardiologo, che effettuerà una valutazione personalizzata e pianificherà un percorso diagnostico adatto a ciascun paziente.

In generale, per gli uomini di età inferiore ai 40 anni e le donne di età inferiore ai 50 anni con un basso rischio cardiovascolare, si consiglia una visita ogni 5 anni. Tuttavia, se si pratica qualsiasi tipo di attività fisica, anche non competitiva, è opportuno sottoporsi a un elettrocardiogramma annuale, possibilmente accompagnato da una visita cardiologica.

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