Articolo del 30/06/2023

Giornata mondiale dei Social Media, ne parliamo con la Dott.ssa Pozzilli

Nata nella comunicazione e formatasi nel marketing, dopo diverse esperienze in azienda, da novembre 2022 Francesca lavora alla Fabia Mater come Responsabile Comunicazione e Marketing. Convinta sostenitrice della centralità del contenuto e delle parole come strumento di analisi della realtà, considera il brand come l’identità di un’azienda, costruita sui valori che ne esprimono la visione del mondo.

Nel corso della tua esperienza professionale, hai sviluppato iniziative di comunicazione caratterizzate dalla centralità del contenuto. Perché consideri le parole come uno strumento di analisi della realtà?

“Le parole danno forma al pensiero” è il terzo principio del Manifesto della Comunicazione. È un concetto in cui ho sempre creduto, perché è con le parole che rappresentiamo il mondo, raccontiamo a noi stessi e agli altri i fatti e le cose, o meglio: la nostra interpretazione dei fatti e delle cose.
Penso che tutti abbiano sperimentato la situazione in cui una stessa situazione viene descritta con termini diversi, fino a sembrare completamente diversa. Nelle relazioni tra individui, riflettere sulle parole che usiamo e su quelle che gli altri utilizzano, e su cosa esse rappresentino per ciascuno di noi, ci fa comprendere che nulla può essere dato per scontato.

In questa prospettiva, l’analisi delle parole diventa uno strumento per esaminare il mondo e le persone che lo abitano. Questo principio vale anche in ambito storico, poiché l’origine delle parole può svelare molte informazioni sull’evoluzione sociale nel corso del tempo. Lo stesso vale per la comunicazione delle aziende, persino nella pubblicità.

Le parole associate a specifici prodotti o servizi possono rivelare come vengono percepiti dalla società e, allo stesso tempo, influenzare questa percezione. Il mercato è in costante evoluzione, e le nuove tecnologie hanno reso la produzione autonoma e il consumo informato accessibili a tutti. In questo contesto, persino il linguaggio si è adattato, utilizzando il linguaggio quotidiano delle persone comuni.

Copywriting e social media management: due mondi simili, ma in fondo molto diversi. In quale ti senti più libera e a tuo agio?

Non riesco davvero a concepirli come due mondi separati: la parte di social media management ha alcune tecnicalità in più (come capire il miglior orario di pubblicazione o gestire una campagna adv), ma il nocciolo è lo stesso del fare copywriting. Si tratta di trovare il messaggio giusto per l’obiettivo che ci si pone, tenendo presente a chi parliamo, quando e da dove lo facciamo, come vogliamo farlo e in che contesto ci troviamo.

Ti definisci una “professionista creativa”: in che modo la creatività ti aiuta a essere migliore e come mantieni vivo ogni giorno il tuo spirito creativo?

Essere creativi è una capacità che dipende dalla comprensione del valore dell’unicità di ogni individuo. Dopo anni in cui la creatività è stata talvolta considerata una caratteristica meno importante all’interno dei team, finalmente oggi si riconosce il suo valore, non solo per promuovere l’innovazione, ma anche per migliorare la reputazione del marchio.

Non è possibile promuovere una vera cultura del talento senza apprezzare appieno le potenzialità, talvolta nascoste, delle nostre risorse. Attraverso piccole pratiche quotidiane, queste risorse possono arricchire in modo significativo le loro attività, adottando nuove modalità creative o semplicemente aggiungendo bellezza ai loro compiti.

Tutti possono essere considerati degli artisti se vengono adeguatamente supportati nel esprimere liberamente le loro idee e nel mettere costantemente originalità nel loro lavoro all’interno delle comunità e delle organizzazioni in cui operano. Tuttavia, è importante incentivare questo tipo di approccio.

Quali sono le principali sfide che le professioniste si ritrovano ad affrontare nel tuo settore?

Mi descriverei utilizzando tre simboli – un libro, una rosa blu e il sole – per rappresentare aspetti chiave della mia personalità e delle mie esperienze.

Il libro rappresenta la mia continua ricerca di conoscenza e l’importanza che do all’aggiornamento costante su diversi argomenti. Il libro specifico che scelgo, “Dumbo,” è una favola che ha toccato il mio cuore fin da quando ero bambina e che mi ha ispirato nel vedere la bellezza nascosta nelle differenze. Questa scelta sottolinea la mia apertura mentale e il mio desiderio di apprendere da storie che ispirano empatia e crescita personale.

La rosa blu simboleggia l’unicità e l’originalità che mi caratterizzano. La scelta di una rosa blu anziché la tradizionale rosa rossa rappresenta la mia volontà di abbracciare la diversità e di vedere la bellezza in forme e colori inusuali. Questo riflette il mio rispetto per l’individualità e la creatività nelle persone e nelle situazioni.

Infine, il sole rappresenta la mia vivacità, la mia energia e la mia resilienza. La mia inclinazione a vivere la vita al massimo e a non scoraggiarmi di fronte alle sfide è riflesso nella mia associazione con il sole. Questo elemento naturale simboleggia la mia determinazione a brillare e a portare positività anche nei momenti difficili.

In sintesi, questi tre simboli riflettono la mia passione per l’apprendimento costante, la mia apertura verso la diversità e la mia energia positiva nel vivere la vita con determinazione.

Quale consiglio daresti a una ragazza che sogna di intraprendere il tuo stesso percorso nel mondo digital e della comunicazione?

Il mondo sta attraversando cambiamenti sempre più rapidi, e la comunicazione deve adeguarsi a questo ritmo accelerato. È essenziale essere al passo con le tendenze, i canali e le loro evoluzioni, ma ancor più cruciale è comprendere i fondamentali.

La comunicazione non è una scienza precisa, ma piuttosto una disciplina con regole e principi. Per essere in grado di superarli con successo, è necessario avere una comprensione solida di tali principi. La lingua può evolversi nel tempo, ma anche in un post online non è permesso commettere refusi o, ancor peggio, errori grammaticali. Anche se i generi letterari possono evolversi, le serie televisive ci insegnano quanto sia fondamentale avere un intreccio ben strutturato, e forse impariamo di più da autori come Shakespeare e dal teatro classico che dalle brevi storie sui social media.

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