
Giornata mondiale dei Social Media, ne parliamo con la Dott.ssa Pozzilli
Nata nella comunicazione e formatasi nel marketing, dopo diverse esperienze in azienda, da novembre 2022 Francesca lavora alla Fabia Mater come Responsabile Comunicazione e Marketing. Convinta sostenitrice della centralità del contenuto e delle parole come strumento di analisi della realtà, considera il brand come l’identità di un’azienda, costruita sui valori che ne esprimono la visione del mondo.
Nel corso della tua esperienza professionale, hai sviluppato iniziative di comunicazione caratterizzate dalla centralità del contenuto. Perché consideri le parole come uno strumento di analisi della realtà?
“Le parole danno forma al pensiero” è il terzo principio del Manifesto della Comunicazione. È un concetto in cui ho sempre creduto, perché è con le parole che rappresentiamo il mondo, raccontiamo a noi stessi e agli altri i fatti e le cose, o meglio: la nostra interpretazione dei fatti e delle cose.
Credo che a tutti sia capitato di leggere o ascoltare la stessa situazione descritta con parole diverse, al punto da apparire come differente. Nelle relazioni fra le persone, interrogarsi sulle parole che usiamo noi e su quelle che usano gli altri, su che cosa significano per ciascuno, ci fa capire che non c’è nulla di scontato.
In questo senso, studiare le parole significa analizzare il mondo e le persone che lo abitano. È così anche storicamente, l’etimologia delle parole rivela molte cose dell’evoluzione sociale nel tempo. Ed è così anche nella comunicazione delle imprese, persino nella pubblicità.
Le parole associate a certi prodotti/servizi rivelano come vengono percepiti dalla società, ma possono anche influenzare questa percezione.
Il mercato è cambiato, le nuove tecnologie rendono autoproduzione e consumo consapevole alla portata di tutti e anche il linguaggio è cambiato – e usa le parole quotidiane della gente comune.
Copywriting e social media management: due mondi simili, ma in fondo molto diversi. In quale ti senti più libera e a tuo agio?
Non riesco davvero a concepirli come due mondi separati: la parte di social media management ha alcune tecnicalità in più (come capire il miglior orario di pubblicazione o gestire una campagna adv), ma il nocciolo è lo stesso del fare copywriting. Si tratta di trovare il messaggio giusto per l’obiettivo che ci si pone, tenendo presente a chi parliamo, quando e da dove lo facciamo, come vogliamo farlo e in che contesto ci troviamo.
Ti definisci una “professionista creativa”: in che modo la creatività ti aiuta a essere migliore e come mantieni vivo ogni giorno il tuo spirito creativo?
Essere creativi è un’attitudine che passa attraverso il riconoscimento del valore dell’unicità di ogni singolo individuo. Dopo anni in cui la creatività è stata considerata una caratteristica “inferiore” all’interno dei team, oggi finalmente se ne riconosce il valore, non solo per la promozione dell’ innovazione ma anche per la brand equity.
Non si può promuovere una vera cultura del talento, senza valorizzare tutte le potenzialità, a volte nascoste, delle nostre risorse che attraverso piccole pratiche quotidiane possono arricchire di impatti significativi le loro attività, con nuove modalità creative, o semplicemente apportando bellezza nei loro compiti.
Tutti sono degli artisti, se adeguatamente supportati a esprimere liberamente le loro idee e a curare sempre con originalità il proprio operato nelle comunità e nelle organizzazioni nelle quali si opera. Ma tutto questo va incentivato.
Quali sono le principali sfide che le professioniste si ritrovano ad affrontare nel tuo settore?
Principalmente l’aggiornamento veloce, costante e necessario su più fronti e mezzi, oltre a mantenere una spiccata prontezza al cambiamento in fasi diverse della vita.
Se dovessi descriverti utilizzando 3 oggetti, quali sarebbero e perché?
Un libro, una rosa blu e il sole.
Un libro non è solo una raccolta di fogli, ma è un insieme di emozioni e sentimenti.
Il libro che sceglierei sarebbe “Dumbo”, una favola che mi ha sempre emozionata quando ero piccola e in cui mi sono sempre rivista. O quella del brutto anatroccolo che si trasforma in un bel cigno.
Un altro oggetto che mi descrive è la rosa blu che rappresenta l’unicità e l’originalità.
Infine, il sole è il mio elemento naturale: da sempre sono molto vivace ed energica, mi piace vivere la vita al massimo e non mi scoraggio mai di fronte alle difficoltà e questo mio modo di essere mi ha permesso di affrontare ogni sfida a testa alta.
Quale consiglio daresti a una ragazza che sogna di intraprendere il tuo stesso percorso nel mondo digital e della comunicazione?
l mondo cambia a ritmi sempre più accelerati, che la comunicazione deve seguire.
È importante dominare i trend, i canali e le loro evoluzioni, ma ancora più importante è conoscere i fondamentali.
La comunicazione non è una scienza, tanto meno esatta, ma è una disciplina, con regole e principi. Per superarli bisogna averli ben chiari.
La lingua evolve, ma anche su un post non sono ammessi refusi o – peggio ancora – errori grammaticali. Anche i generi letterari evolvono, ma le serie tv insegnano l’importanza di un intreccio ben costruito, che forse si impara di più da Shakespeare e dal teatro classico che dalle stories.
Cosa diresti alla te di dieci anni fa? E alla te del 2033?
“Non ragioniam di lor, ma guarda e passa” questo mi ripeteva spesso mia nonna, quando le raccontavo cosa mi avevano detto gli altri contro un mio pensiero o idea, per giustificare il suo incoraggiamento ad andare avanti, senza pensare a loro. E questo direi alla me di 10 anni fa, così come alla me tra 10 anni.