Articolo del 26/05/2023

L’ipertrofia prostatica benigna (nota anche come IPB) si caratterizza per l’aumento delle dimensioni della ghiandola prostatica, situata appena al di sotto della vescica. Questo problema tende a manifestarsi solitamente dopo i 50 anni di età. Durante l’IPB, non si verifica la formazione di tumori, ma piuttosto un ingrossamento della ghiandola che può causare sintomi come difficoltà nella minzione.

Cosa fare in caso di ipertrofia prostatica? Ce ne parla il Dott. Barrese, urologo della Clinica Fabia Mater.

I sintomi e le cause

L’Ipertrofia Prostatica Benigna (IPB) è principalmente dovuta a una serie di cambiamenti legati all’età nell’ambiente ormonale maschile, che influenzano la prostata e il canale uretrale. È importante sottolineare che, sebbene l’età sia un fattore di rischio significativo, non è l’unico. Altre cause possibili di IPB possono includere fattori genetici, infiammazioni prostatiche croniche e stili di vita poco sani. La gestione dell’IPB varierà da persona a persona e dipenderà dalla gravità dei sintomi e da altri fattori di salute individuali. Pertanto, è importante consultare un medico per una valutazione adeguata e per discutere delle opzioni di trattamento disponibili, se necessario.

Diagnosi

Secondo l’esperto, gli esami di base per iniziare il processo diagnostico includono:

  1. Analisi del sangue, tra cui il dosaggio del PSA, che è particolarmente utile per individuare precocemente il cancro alla prostata.
  2. Ecografia che fornisce una visione simultanea dei reni, della vescica e della prostata, valutando anche il residuo urinario.
  3. Uroflussometria, un test che misura la forza del flusso urinario.

Se c’è un’occlusione delle vie urinarie e coinvolgimento dei reni, è possibile considerare esami diagnostici più avanzati, come la tomografia computerizzata (TAC) dell’addome con l’uso di un agente di contrasto, o una scintigrafia renale sequenziale.

L’Intervento chirurgico

L’indicazione per l’intervento chirurgico si verifica quando la terapia medica non è efficace o quando compaiono complicazioni legate all’ipertrofia prostatica benigna. In alcuni centri, come il nostro, è possibile eseguire lo stesso intervento in modo endoscopico, che comporta l’enucleazione del volume prostatico utilizzando il laser all’olmio seguito dalla frammentazione del tessuto.

Questo approccio chirurgico consente una ripresa più rapida e un periodo di degenza più breve. “La terapia chirurgica comporta la rimozione dell’adenoma prostatico, consentendo un drenaggio rapido e completo della vescica.”

Esistono diverse tipologie di interventi: “L’adenomectomia chirurgica è un intervento tradizionale praticato da oltre 50 anni. In questo caso, l’adenoma viene rimosso mediante un taglio chirurgico tradizionale ed è ancora utilizzato in presenza di prostata molto ingrossata.”

Alcuni interventi laser prevedono solo la vaporizzazione del tessuto prostatico, il che non consente un esame istologico, che può essere importante quando si riduce l’adenoma.

Tra le opzioni per l’ipertrofia prostatica, “La resezione transuretrale dell’adenoma prostatico (TURP) è ancora considerata l’intervento di riferimento.

Le indicazioni assolute per l’intervento includono ematuria ricorrente, calcoli alla vescica, diverticoli alla vescica o un residuo post-minzione superiore a 200 ml.

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