Articolo del 30/03/2023

La mammografia è uno strumento essenziale nella prevenzione e nella diagnosi precoce del tumore al seno. Questa tecnica utilizza radiazioni ionizzanti per ottenere immagini dettagliate della morfologia del seno e può rivelare lesioni sospette, tra cui quelle di origine tumorale.

L’evoluzione della mammografia negli ultimi vent’anni è stata notevole e ha contribuito a migliorare la precisione diagnostica. Inizialmente, c’era la mammografia analogica, che utilizzava lastre di pellicola per registrare le immagini. Tuttavia, con l’introduzione della mammografia digitale, la qualità delle immagini è migliorata notevolmente, consentendo una migliore visualizzazione e archiviazione delle immagini, nonché una maggiore flessibilità nella manipolazione delle stesse per scopi diagnostici.

A cosa serve?

La mammografia è un esame cruciale per la prevenzione del cancro al seno poiché consente di rilevare anche piccole anomalie.

Si raccomanda di effettuare una mammografia a partire dall’età di 40 anni, indipendentemente dalla presenza di sintomi o di casi familiari, a causa dell’aumento graduale dell’incidenza del cancro al seno in questa fascia d’età. La frequenza dei successivi controlli sarà determinata dal radiologo in base alla densità del tessuto fibro-glandolare del seno, che varia da persona a persona. Nei casi in cui il seno sia particolarmente denso, si consiglia di sottoporsi a una mammografia ogni anno. Numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato che in questi casi è efficace ridurre l’intervallo tra gli esami. Tuttavia, è importante che l’intervallo tra le mammografie non sia inferiore a dodici mesi per evitare esposizioni eccessive alla radiazione. In situazioni in cui il tessuto ghiandolare renda difficile la rilevazione di lesioni, potrebbe essere necessaria un’ecografia mammaria come completamento diagnostico.

Nelle donne con una densità mammaria bassa o in assenza di precedenti familiari di cancro al seno, è sufficiente sottoporsi alla mammografia e il periodo tra due esami può essere esteso fino a due anni.

Chi può effettuare l’esame?

L’obiettivo principale del controllo mammografico, quando non ci sono sintomi evidenti, è la diagnosi precoce di un tumore. È stato dimostrato che la maggior parte dei carcinomi mammari diagnosticati in fase preclinica può essere trattata con successo. Al contrario, quando la scoperta avviene in uno stadio più avanzato, le possibilità di trattamento e guarigione sono notevolmente ridotte.

Pertanto, tutte le donne di età superiore ai 40 anni, in cui l’incidenza del tumore al seno diventa più significativa, dovrebbero sottoporsi a una mammografia.

La prescrizione di una mammografia per le donne sotto i 40 anni è limitata a casi selezionati, al fine di evitare l’eccessiva esposizione alla radiografia durante la vita. In questa fascia d’età, data l’incidenza molto bassa del tumore al seno, non è generalmente necessario eseguire uno screening regolare. Tuttavia, in presenza di una forte storia familiare di tumore al seno (più casi tra parenti di primo e secondo grado), potrebbe essere consigliabile sottoporsi a ecografie mammarie a partire dai 30 anni.

Non esiste un limite di età per la mammografia: se lo stato di salute lo permette, è consigliato continuare i controlli mammografici anche dopo i 70 anni.

Come funziona?

L’esame mammografico è un procedimento breve che coinvolge l’uso di un dispositivo radiologico specializzato chiamato mammografo. Questo strumento è in grado di proiettare un fascio di raggi X direttamente sulla mammella e fornisce una valutazione della sua struttura e morfologia.

Il processo prevede il posizionamento della mammella su un’apposita superficie piana (il rilevatore) e la successiva compressione mediante una piastra di plastica (il compressore). Questa compressione, che dura solo pochi secondi, è essenziale per mantenere la mammella immobile durante l’acquisizione delle radiografie, garantendo così la qualità dell’immagine. Inoltre, la compressione della mammella consente di utilizzare dosi di radiazione più basse, poiché riduce lo spessore del tessuto mammario. L’esame mammografico standard prevede l’acquisizione di due proiezioni per ciascuna mammella: una proiezione cranio-caudale e una proiezione obliqua medio-laterale, ciò assicura una visione completa dell’organo.

Avere accesso a mammografie precedenti per un confronto aumenta la precisione diagnostica, poiché permette di identificare facilmente eventuali cambiamenti. Inoltre, la stabilità nel tempo di un reperto mammografico suggerisce la sua benignità e consente di escludere elementi sospetti.

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