Articolo del 06/02/2023

Un dolore cronico e invalidante che non sempre viene diagnosticato prontamente e spesso è trattato in modo improprio. Parliamo della nevralgia del pudendo causata da intrappolamento del nervo omonimo (PNE). Come forma di dolore è ascrivibile al dolore neuropatico, colpisce la regione del nervo pudendo, sia nel sesso maschile che femminile. Approfondiamo l’argomento con il Dott. Manlio Cappa, responsabile del reparto di Urologia della clinica Fabia Mater.

Dott Cappa, che cos’è la nevralgia del nervo pudendo?

La nevralgia del nervo pudendo è una condizione caratterizzata da dolore cronico o acuto lungo il percorso del nervo pudendo. Il nervo pudendo è un importante nervo del sistema nervoso periferico che fornisce sensazioni alla zona genitale, al perineo (area tra l’ano e i genitali) e ai muscoli del pavimento pelvico. Il sintomo principale è il dolore, che può essere descritto come bruciore, pizzicore, formicolio o dolore lancinante nella zona pelvica, perineale o genitale. Questo dolore può essere costante o intermittente.

Quali sono le cause?

Questa condizione si origina da lesioni o infiammazioni del nervo pudendo, che è uno dei principali nervi situati nella zona pelvica, e può risultare compresso o intrappolato. Tra le possibili cause della nevralgia del pudendo ci sono l’uso eccessivo della bicicletta (per questo è anche conosciuta come sindrome del ciclista), il parto e le cicatrici derivanti da interventi chirurgici.

“Le cause possono variare notevolmente e includono lesioni da stiramento, ma tutte portano alla compressione del canale Alcock, motivo per cui questa patologia è talvolta chiamata ‘intrappolamento del nervo pudendo’. La compressione può rimanere asintomatica per un periodo prolungato e manifestarsi successivamente con i suoi sintomi caratteristici, causando disfunzioni nervose”, spiega il Prof. Cappa.

Neuropatia del pudendo, quali sono i sintomi?

“Il sintomo principale della nevralgia del pudendo è il dolore pelvico, il quale viene descritto come estremamente intenso e acuto, talvolta causando insensibilità e intorpidimento nell’area colpita. Il disagio nella regione perineale può comparire improvvisamente o manifestarsi gradualmente nel tempo, coinvolgendo anche i glutei, gli organi genitali sia maschili che femminili e le zone circostanti”, prosegue il medico.

Nevralgia del pudendo: quali sono gli esami per la diagnosi?

La procedura diagnostica per la nevralgia del pudendo inizia con la valutazione dei dati anamnestici e l’esame fisico per identificare i sintomi rilevanti. In particolare, durante l’esame fisico, si cerca di escludere eventuali anomalie responsabili del dolore, come quelle che possono causare dispareunia”, spiega il medico.

Nello specifico, vengono eseguiti:

  • Esame vaginale o rettale: allo scopo di verificare se il dolore si manifesta quando il medico esercita una pressione sul nervo pudendo con il dito;
  • Risonanza magnetica: si effettua con l’obiettivo di verificare la presenza di problemi come un nervo pudendo intrappolato ed escludere altre possibili cause del dolore
  • Elettromiografia: un piccolo dispositivo inserito nel retto viene utilizzato per stimolare i nervi con lievi impulsi elettrici e verificarne il funzionamento. La valutazione elettrofisiologica può aiutare a confermare il sito di intrappolamento e il tipo di danno nervoso.”

A chi rivolgersi e come curare la nevralgia del pudendo?

“Per il trattamento della nevralgia del pudendo, sono disponibili diversi approcci volti a ridurre la frequenza e l’invalidità delle sensazioni dolorose. Alcuni dei trattamenti terapeutici disponibili includono:

  • Riabilitazione: occupa un posto molto importante nei pazienti in cui il dolore deriva da spasmi muscolari; in questo caso si possono eseguire esercizi specifici che comprendono ginnastica per il pavimento pelvico. La terapia fisica aiuta a rilassare i muscoli rilasciando le contratture.
  • Terapia farmacologica: c’è un’ampia gamma di farmaci utilizzati nella gestione del paziente: analgesici, miorilassanti e anticonvulsivanti anche se non esistono studi specifici che ne hanno valutato l’efficacia in tale problematica. Viene utilizzato anche il blocco del nervo pudendo attraverso l’infiltrazione di anestetico locale o steroidi in un’area che circonda il nervo. Il blocco può essere somministrato senza guida o con l’ausilio di ecografia, fluoroscopia o tomografia computerizzata (TC), quest’ultima è la più coerente.
  • Chirurgia di decompressione: considerata il miglior trattamento per la PNE. I quattro diversi approcci sono transperineale, transgluteale, transischiorettale e laparoscopia che aiutano a rimuovere la causa della compressione e differiscono nel loro accesso all’area di intrappolamento, spiega il Dott. Cappa.

L’èquipe del Prof Cappa è uno dei pochi centri nel Lazio che effettua interventi di decompressione del nervo pudendo, consentendo ai pazienti di risolvere in maniera definitiva il problema della decompressione nervosa.

Una squadra di professionisti che si impegna quotidianamente nel cercare di offrire la soluzione migliore a pazienti che convivono con una problematica che ha un grande impatto sulla qualità della vita.

“Il punto fondamentale è rivolgersi allo specialista giusto. L’urologo è in grado di valutare tutti i distretti del pavimento pelvico, è la figura chiave per fare una diagnosi accurata, coordinare i vari specialisti coinvolti, accompagnare il paziente lungo il percorso di cura e indirizzarlo verso un trattamento, non solo chirurgico. Durante la visita è importante stabilire un buon livello di confidenza, parlare con la paziente, perché è solo parlando che si riescono a scoprire disturbi o disfunzioni che altrimenti, per pudore, non verrebbero dichiarati.”

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