Articolo del 21/06/2023

La fibrillazione atriale è una comune forma di aritmia cardiaca, cioè un disturbo del ritmo cardiaco.

Quando si verifica e come si manifesta? Ne parliamo con la Dott.ssa Caterina Vella, cardiologa della Clinica Fabia Mater.

Che cos’è la fibrillazione atriale?

La fibrillazione atriale è una condizione in cui il ritmo cardiaco diventa irregolare e spesso più veloce. Questa alterazione può causare sintomi come battiti cardiaci irregolari, sensazione di stanchezza e difficoltà nel respirare. È importante trattare la fibrillazione atriale poiché può aumentare il rischio di ictus e insufficienza cardiaca, oltre a influire negativamente sulla qualità della vita. Le persone con fibrillazione atriale hanno un rischio significativamente più alto (cinque a sette volte maggiore) di sviluppare coaguli di sangue e di subire un ictus, e un rischio più elevato (due o tre volte maggiore) di avere una fibrillazione atriale. Fortunatamente, esistono diverse opzioni di trattamento, tra cui farmaci, cardioversione (una procedura con una scarica elettrica), ablazione transcatetere e ablazione chirurgica, che possono essere utilizzate per gestire questa condizione.

I sintomi della fibrillazione atriale

I sintomi della fibrillazione atriale possono includere:

  1. Palpitazioni
  2. Dispnea: Difficoltà a respirare o sensazione di mancanza d’aria, spesso associata all’attività fisica o al riposo.
  3. Affaticamento: Sensazione di stanchezza e debolezza, anche in assenza di un motivo evidente.
  4. Vertigini o svenimenti: Alcune persone con fibrillazione atriale possono sperimentare episodi di vertigini o svenimenti a causa di una ridotta circolazione sanguigna al cervello.
  5. Dolore toracico: Alcune persone possono avvertire un leggero disagio o dolore al petto.
  6. Confusione: La fibrillazione atriale può influire sulla circolazione sanguigna al cervello, portando a momenti di confusione o difficoltà di concentrazione.
  7. Pallore o sudorazione eccessiva: Alcune persone possono sperimentare sudorazione eccessiva o pallore durante un episodio di fibrillazione atriale.

È importante notare che molte persone con fibrillazione atriale possono non avere sintomi evidenti e la condizione può essere scoperta solo durante un esame medico di routine o a seguito di complicazioni come ictus o embolia.

I fattori di rischioAlcune condizioni possono aumentare il rischio di sviluppare questa forma di aritmia. Ecco alcuni esempi:

  1. Ipertensione arteriosa
  2. Infarto del miocardio
  3. Insufficienza cardiaca
  4. Diabete
  5. Patologie valvolari
  6. Esiti di interventi cardiochirurgici
  7. Patologie tiroidee o polmonari

Inoltre, alcuni studi hanno individuato una potenziale relazione tra la fibrillazione atriale e disturbi gastroesofagei. La sindrome delle apnee notturne, in particolare, è strettamente associata alle aritmie cardiache, soprattutto alla fibrillazione atriale.

Gli esami per la diagnosi

Se si sospetta la presenza di un battito cardiaco irregolare, è altamente consigliabile consultare uno specialista cardiologo o aritmologo. Questi professionisti saranno in grado di valutare la situazione e prescrivere una serie di esami diagnostici. L’elettrocardiogramma (ECG) è l’esame principale utilizzato per la diagnosi di aritmie cardiache.

La diagnosi tempestiva è di fondamentale importanza per preservare la salute cardiovascolare del paziente. Una fibrillazione atriale non controllata può portare a scompenso cardiaco e aumentare significativamente il rischio di ictus cerebrale.

Per valutare la fibrillazione atriale in modo più dettagliato, è spesso necessario eseguire un holter ECG 24 ore, un test che consente di monitorare la presenza e la durata complessiva degli episodi di fibrillazione atriale durante un giorno. Questo strumento può aiutare a determinare se la fibrillazione atriale è intermittente o costantemente presente. È anche utile per identificare le extrasistoli atriali, che spesso possono essere l’evento scatenante della fibrillazione atriale.

In alcuni casi, potrebbe essere preso in considerazione l’implantare un microchip sottocutaneo noto come “loop recorder” o registratore di eventi. Questo dispositivo ha una durata della batteria di circa 4 anni e può registrare in modo continuo tutti gli eventi aritmici, funzionando come un holter esteso nel tempo. La decisione sull’uso di un loop recorder dipende dalla valutazione del medico specialista.

In ogni caso, è importante seguire le raccomandazioni del medico e sottoporsi agli esami diagnostici necessari per gestire adeguatamente la fibrillazione atriale e prevenire complicanze.

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