Articolo del 01/03/2023

Il tumore al seno rappresenta oggi il 29% dei tumori che riguardano il genere femminile e circa 1 donna su 8 può esserne colpita nell’arco della vita.Se si considera la frequenza nelle diverse fasce anagrafiche, infatti, questo tipo di patologia risulta sempre quella maggiormente diagnosticata e, in generale, il rischio di sviluppare un tumore alla mammella aumenta con l’età.

Per questo una corretta prevenzione è fondamentale: oltre a seguire uno stile di vita sano, è opportuno differenziare i controlli in accordo con le diverse fasce anagrafiche. Sottoporsi a controlli periodici è fondamentale per individuare tempestivamente il tumore e trattarlo quando è ancora nelle sue fasi iniziali, in modo tale da aumentare le possibilità di un esito favorevole delle cure. Ne parliamo con il Prof. Gioacchino La Vecchia, radiologo della Fabia Mater.

Mammografia: l’esame diagnostico e di prevenzione più importante

Nelle donne che non hanno una particolare familiarità per tumore alla mammella, è auspicabile cominciare a eseguire la mammografia dai quarant’anni, età nella quale l’incidenza di questa patologia comincia a crescere e nella quale l’efficacia degli esami di prevenzione è scientificamente dimostrata.

Nei soggetti che hanno invece una familiarità rilevante (più casi di tumore mammario in familiari di primo grado) è importante che gli esami di prevenzione inizino prima tramite l’esecuzione, già dai trent’anni, dell’ecografia mammaria.

La mammografia è a tutt’oggi la metodica di riferimento per la diagnosi precoce del tumore mammario perché consente di identificare la maggior parte delle lesioni quando queste non sono ancora palpabili (fase pre-clinica).

La mammografia digitale con tomosintesi

“Questo esame diagnostico ha subìto un’importante evoluzione nel corso degli ultimi vent’anni nel corso dei quali si è passati dalla mammografia analogica a quella digitale ed infine alla mammografia digitale in Tomosintesi, quest’ultima sempre più diffusa e in grado di aumentare la capacità diagnostica rispetto alle metodiche precedenti. A differenza della mammografia “tradizionale”, la Tomosintesi consente infatti una valutazione più accurata della mammella scomponendone lo spessore in multipli strati: tramite questo accorgimento è possibile superare i limiti di mascheramento legati alla sovrapposizione del tessuto ghiandolare ed effettuare diagnosi anche nei seni caratterizzati da un’elevata densità.

La Tomosintesi dunque aumenta sia la sensibilità – ovvero la capacità di riconoscere i tumori – sia la specificità – ovvero la capacità di negativizzare i reperti falsi positivi.

Ecografia: a partire dai trent’anni in caso di familiarità

“Nelle donne di età inferiore a quarant’anni, in rapporto alla scarsa incidenza del tumore mammario, in assenza di sintomi o di una elevata familiarità non vi è alcuna indicazione a effettuare esami di prevenzione. Si consiglia comunque l’autopalpazione volta a verificare l’insorgenza di eventuali alterazioni o noduli che, in questa fascia di età, rappresentano prevalentemente lesioni di tipo benigno.

In presenza di una familiarità (più casi di tumore mammario in familiari di primo grado) è consigliabile che, a partire dai trent’anni, le donne si sottopongano a un’ecografia del seno.
Nella fascia di età al di sopra dei quarant’anni, l’ecografia trova prevalente impiego come esame di secondo livello ovvero a completamento diagnostico dell’esame mammografico, specie nelle donne che presentano un tessuto denso ovvero ricco di componente ghiandolare.

L’ecografia, mediante l’impiego di ultrasuoni, consente lo studio delle mammelle e dei cavi ascellari e consente di identificare e tipizzare noduli mammari o alterazioni dei linfonodi ascellari”.

Mammografia ed ecografia: ogni quanto farle?

“Dall’età di quarant’anni, a prescindere dalla presenza di sintomi o di casi in famiglia, è indicata l’esecuzione della mammografia. “La cadenza con cui sottoporsi all’esame dipende poi dalla valutazione del Radiologo. Le mammelle sono infatti caratterizzate da diversi gradi di densità, variabili da soggetto a soggetto.
Nei seni particolarmente densi l’intervallo ottimale tra una mammografia e la successiva deve essere annuale. Numerosi studi scientifici hanno infatti dimostrato che, in questa tipologia di seno, è efficace ridurre l’intervallo temporale tra una mammografia e l’altra, intervallo che comunque per motivi di radio-protezione non deve mai essere inferiore ai dodici mesi.

Qualora dovesse manifestarsi un sintomo clinico prima dello scadere dell’appuntamento annuale è comunque possibile effettuare un’ecografia che è metodica di semplice e rapida esecuzione e non sottopone la donna a inutile esposizione a radiazioni ionizzanti.
Nelle donne che, invece, hanno una mammella poco densa o in quelle che non hanno familiarità per tumore mammario, è possibile allungare l’intervallo fino ai due anni ovviamente prestando sempre molta attenzione ad ogni sintomo clinico”, conclude il medico.

L’impegno della Fabia Mater per la prevenzione del tumore al seno

Prendersi cura della salute delle donne è uno degli obiettivi prioritari della Fabia Mater. Grazie all’impegno costante degli specialisti, la clinica è da tempo parte del Network dei Bollini Rosa di Fondazione Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere).

“Il nostro team è composto da medici specializzati sulle patologie della mammella come ginecologi e radiologi, che lavorano in squadra per costruire un percorso diagnostico personalizzato e unitario”. Con le donne per le donne, la Fabia Mater vuole così essere parte integrante ed attiva di un percorso di prevenzione e garantire loro un’indagine completa ed accurata, conclude il medico.

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