Articolo del 09/05/2023

L’artrosi è una malattia invalidante che causa dolore e disabilità a milioni di persone in tutto il mondo. Non è limitata solo agli anziani; a causa di fattori come la predisposizione genetica, l’obesità, la mancanza di attività fisica o un eccessivo esercizio fisico, può comparire anche in età adulta e colpire più comunemente l’anca e il ginocchio. Ma come può una soluzione “mini” affrontare un problema così “grande”? Abbiamo posto questa domanda al Dott. Marco Villa, un ortopedico presso la Clinica Fabia Mater che è un esperto nella chirurgia di sostituzione dell’anca e del ginocchio.

Con il termine “soluzione mini”, si fa riferimento a un approccio innovativo alla chirurgia di sostituzione dell’articolazione, in cui tutto è minimizzato. Questo include la dimensione dell’incisione, la dimensione della cicatrice, la perdita di sangue, i tempi dell’intervento e del recupero, e persino le complicazioni post-operatorie come le lussazioni e le infezioni. Nella chirurgia protesica dell’anca, tutto è reso “mini”.

Quando è necessario intervenire con una protesi d’anca?

Decidere di sottoporsi a un intervento di sostituzione dell’anca non è una scelta da prendere alla leggera. Richiede un’ampia informazione e preparazione fornita da un chirurgo esperto, un professionista specializzato nell’applicazione della tecnica avanzata di chirurgia protesica minimamente invasiva. Questa tecnica di ultima generazione non deve essere confusa in alcun modo con la chirurgia protesica tradizionale.

È una decisione di grande importanza, e la scelta migliore è prenderla in collaborazione con un medico chirurgo ortopedico, un esperto di fiducia in grado di guidare il paziente attraverso un percorso (conosciuto come “Fast Track”) che è più agevole e meno traumatico di quanto si possa immaginare per risolvere il problema della coxartrosi, ovvero l’artrosi dell’anca.

Protesi anca mini invasiva per lartrosi dell’anca

L’usura e la degenerazione della cartilagine che copre la testa del femore e la cavità acetabolare possono manifestarsi in diversi gradi di gravità. Nei casi più gravi e avanzati, questi problemi possono portare a rigidità articolare, atrofia muscolare nella coscia, deformità della gamba e persino disabilità.

Un chirurgo specializzato in protesi d’anca minimamente invasiva considera l’opzione di impiantare una protesi dell’anca solo quando è necessario. Prima di optare per l’intervento di impianto di una protesi dell’anca minimamente invasiva, vengono esplorate altre opzioni come terapie farmacologiche e fisioterapia.

L’intervento di impianto di una protesi dell’anca minimamente invasiva è riservato a casi avanzati di coxartrosi (artrosi dell’anca) che non rispondono più a trattamenti conservativi. In questi casi, il dolore è intenso e non alleviato dai farmaci, e la rigidità articolare rende impossibile svolgere normali attività quotidiane, mentre la degenerazione continua a progredire.

Prima di prendere una decisione sull’intervento, il chirurgo informa dettagliatamente il paziente sulla procedura mini-invasiva, dalla preparazione alla riabilitazione. Questo processo informativo aiuta a preparare il paziente sia prima, durante che dopo l’operazione.

La protesi dell’anca minimamente invasiva può rappresentare l’unico rimedio definitivo non solo per la coxartrosi, ma anche per altre condizioni come l’artrite reumatoide, la necrosi avascolare, l’osteoporosi, le fratture del collo del femore e il conflitto femoro-acetabolare.

I vantaggi della tecnica chirurgica mini invasiva

Il concetto di mini invasività è molto ampio e complesso. Essenzialmente, si tratta di applicare una tecnica chirurgica che rispetti al massimo i tessuti muscolari, nervosi e ossei.

Esistono diverse tecniche chirurgiche mini invasive, ciascuna con i propri vantaggi. Vediamo in dettaglio i benefici della chirurgia mini invasiva per la sostituzione dell’anca:

  1. Riduzione dei tempi di intervento, della durata della degenza, dei periodi di riabilitazione e di recupero, addirittura dimezzati rispetto alla chirurgia tradizionale.
  2. Minore incisione, il che comporta una minore perdita di sangue, l’eliminazione della necessità di trasfusioni di sangue e una cicatrice meno evidente.
  3. Riduzione del trauma, con minore dolore e gonfiore post-operatorio.
  4. Rispetto e risparmio dei muscoli, della cartilagine e delle parti ossee, mantenendo una buona parte del collo femorale, delle strutture periarticolari, dei nervi e dei vasi.
  5. Minore attrito tra le componenti della testa femorale e l’acetabolo, contribuendo a prolungare la durata della protesi.
  6. Minore rischio di complicanze e eventi avversi, come il rischio di lussazione dell’impianto.

In sintesi, la chirurgia mini invasiva riduce notevolmente molti aspetti negativi associati all’intervento chirurgico, ad eccezione della durata della protesi. Questa tecnica ha un tasso di successo sicuro nel 90-95% dei casi.

Protocollo Fast Track

Tutti i benefici della chirurgia di sostituzione dell’anca mini invasiva sono inclusi nel cosiddetto protocollo “Fast Track,” che significa “percorso rapido” in italiano.

Il protocollo inizia con una fase pre-operatoria in cui il paziente si incontra con il team di specialisti, tra cui il chirurgo, l’anestesista, il fisioterapista e gli infermieri. Questo incontro mira a spiegare in dettaglio tutte le fasi dell’intervento chirurgico. Questo momento di comunicazione aiuta il paziente a comprendere meglio il procedimento, contribuendo a ridurre l’ansia pre-operatoria.

Il protocollo Fast Track consente una notevole riduzione della durata della degenza in ospedale, praticamente dimezzando i tempi rispetto alla chirurgia tradizionale.

La ripresa funzionale inizia presto. Nei pochi giorni successivi all’intervento (o il giorno successivo), il paziente viene incoraggiato a alzarsi dal letto e a camminare con l’aiuto di stampelle, sotto la supervisione del chirurgo e del fisioterapista. Questo aiuta a prevenire complicanze cardiocircolatorie e respiratorie.

Sebbene il paziente possa utilizzare le stampelle per 2-4 settimane, di solito, molte persone le impiegano solo per una o due settimane. Inoltre, il protocollo Fast Track permette un miglior controllo del dolore dopo l’intervento.

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